Rotaliana, 2004
con Dante Donegani
Lampade modulari che crescono verticalmente, nella dimensione desiderata, da uno fino a nove piani. Come in un gioco di costruzione, a scatto e senza utensili, vengono assemblati i tre elementi stampati in policarbonato: un triangolo / diffusore, un quadro/ nervatura, un elemento di coronamento. La geometria delle Honey ricorda una struttura geodetica modernista, ma a anche le lanterne giapponesi di Noguchi. La prismatizzazione della texture a nido d’ape ( in inglese honey-comb, da cui il nome della lampada) è simile a quella dei catarifrangenti e dei fari delle automobili: distribuisce all’interno dell’apparecchio il flusso luminoso emesso dalla sorgente posta alla base della lampada e cattura la luce naturale, rendendo iridescenti le superfici della lampada quando questa è spenta.